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Arcidonna
Bridges to Italy: un premio per i migliori cervelli femminili Print
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Ci sono cervelli fuggiti dall’Italia che sono fieri di essere all’estero per fare rete con l’Italia e aiutarla, anche se da lontano. Sono cervelli femminili: donne impegnate nella ricerca sulle bio e nano tecnologie, energie rinnovabili e information technology. Quest’anno, per la seconda volta, l’associazione Bridges to Italy le premia, grazie al concorso «The Premio Award» che si concluderà a giugno e che , attraverso una votazione online, permetterà di decretare chi è la più brava scienziata italiana impegnata in questi campi che lavora nell'America del Nord.

IL PREMIO – Il concorso è organizzato dall’associazione californiana Bridges to Italy, fondata e presieduta da Bianca Delle Piane, italiana trasferitasi a Los Angeles, in collaborazione con Itwiin, Associazione italiana donne inventrici e innovatrici, e a fine giugno a Bari la vincitrice potrà tornare «a casa» a raccontare all’Italia il suo progetto. Lo spirito dell'iniziativa è tutto il contrario rispetto al lamento sulla fuga dei cervelli dal nostro Paese: le donne coinvolte cercano di fare rete anche con le colleghe italiane e distribuire la conoscenza e i risultati del loro lavoro tra l’Italia e il Nord America.

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Fecondazione: via il divieto all'etereologa Print
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Smontare la legge italiana sulla fecondazione assistita. A sei anni dalla nascita (è stata approvata all’inizio del 2004) il testo che regola l’attività dei centri dell’infertilità rischia seriamente di ricevere un’ulteriore spallata. Sono stati depositati infatti i ricorsi contro il divieto alle tecniche eterologhe. Dieci coppie chiedono di poter tentare di avere un bambino avvalendosi della donazione di gameti (ovuli e sperma) appartenenti ad estranei. Il primo procedimento fra quelli avviati riguarderà il tribunale di Bologna. «Abbiamo ottime speranze di ottenere l’incostituzionalità così come è successo per il divieto di diagnosi preimpianto e di creare più di tre embrioni», è fiduciosa Maria Paola Costantini, del Foro di Firenze, uno dei relatori del convegno «Procreazione assistita e tutela della persona» organizzato a Roma dal Consiglio Nazionale forense. La relazione finale è stata affidata a Stefano Rodotà. Tra gli altri ne parleranno Pietro Rescigno, università La Sapienza, Guido Alpa, presidente del Consiglio Forense e Andrea Barenghi, università del Molise.

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Pronto? C’è la Carfagna? Per lo Stalking niente intercettazioni. Print
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Nella legge sulle intercettazioni il reato di Stalking, che andrà in discussione alla Camera, figura tra quelli per i quali non potranno essere disposte intercettazioni. Proprio ieri è stato bocciato un emendamento dell’Italia dei Valori in tal senso. “Siamo sconcertate da quello che accade in Italia – dichiara Valeria Ajovalasit, Presidente nazionale Arcidonna – prima istituiscono il realto di stalking e poi impediscono di poterlo scoprire con una legge che non consente intercettazioni. Le molestie telefoniche, considerate Stalking, come potranno mai essere scoperte senza intercettazioni? È ridicolo! L’ennesima contraddizione della maggioranza ma ancor peggio l’ennesima beffa a danno delle donne, le pricipali vittime dello stalking. Inviamo ai capigruppo di Camera e Senato una e-mail di protesta. Arcidonna sostiene in pieno la battaglia del parlamentare Li Gotti e invita il popolo del web a firmare l’appello di Stefano Rodotà. Carfagna? Se ci sei batti un colpo! La Ministra intevenga immediatamente per cancellare questa vergogna.”
 
Obiettivi di sviluppo del Millennio: bilancio del IV Rapporto 2010, nel mondo ogni minuto una donna muore ancora di parto Print
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E ogni giorno circa 29 mila bambini muoiono prima di aver compiuto i 5 anni, nella maggioranza dei casi per cause che facilmente si possono prevenire

Ogni minuto, nel mondo, una donna muore per complicazioni legate alla gravidanza e al parto e per ogni donna che muore 20 sono vittime di infermità; ogni giorno circa 29 mila bambini muoiono prima di aver compiuto i 5 anni, nella maggioranza dei casi per cause che facilmente si possono prevenire; ogni anno tubercolosi, Hiv/Aids e malaria uccidono oltre cinque milioni di persone, con un costo di milioni di dollari per le economie di paesi giá poverissimi. È un pesante bilancio di morte quello fotografato dal «IV Rapporto 2010, conto alla rovescia per gli obiettivi di sviluppo del Millennio per la salute», a 5 anni dallo scadere del termine fissato per il raggiungimento degli impegni assunti nel 2000 dai leader mondiali. Il rapporto, stilato da azione per la salute globale, network europeo di Ong impegnato nella tutela della salute e dei diritti umani, è stato illustrato a Roma, in una conferenza organizzata da Aidos e Cestas.
Da qui la richiesta ai governi dei Paesi europei di «rispettare le promesse fatte» e di «destinare lo 0,1% del Pil alle azioni per il miglioramento delle condizioni di salute nei Paesi in via di sviluppo». «Solo con tale percentuale di finanziamento - sostengono - sarà possibile cominciare a colmare il divario finanziario che si frappone al raggiungimento degli obiettivi del millennio per la salute». L'Europa è il maggior donatore al mondo per quanto riguarda la spesa complessiva per gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo, ma è ancora indietro per la percentuale destinata alla salute. Nessun donatore europeo raggiunge l'obiettivo minimo fissato dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) e neppure vi si avvicina lontanamente. Nella graduatoria dei paesi donatori è la Gran Bretagna ad avvicinarsi maggiormente all'obiettivo, con lo 0,058% del Pil, mentre l'Italia è la più lontana, con lo 0,025%.
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ARCIDONNA AL FIANCO DI SAVIANO Print
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Arcidonna esprime a Roberto Saviano piena solidarietà e grande riconoscenza per il lavoro che svolge e per l'alto esempio di impegno civile e morale che dà alla collettività. Le parole di Silvio Berlusconi sono orribili e soprattutto molto prericolose. Noi apparteniamo all'Italia civile e coraggiosa che rifiuta il silenzio, che non tace perche crediamo che un paese diverso sia possibile. Per questo, alle donne e agli uomini chiediamo di non tacere, ma di esprimere quella libertà di pensiero che troppo spesso viene minacciata. Protestiamo, come scrive Saviano, "a voce alta".

 
SALUTE DELLE DONNE: pubblicato il rapporto 2010 della Commissione Europea. Preoccupano violenza, alcol e HIV Print
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Come stanno le donne europee? Bene e male, dice il Rapporto 2010 della Commissione Europea dedicato proprio alla salute al femminile. Secondo Andrzej Ryś, direttore del Public Health and Risk Assessment, che ha firmato l’introduzione al Rapporto, tra i principali problemi di salute delle donne vanno annoverati quelli dell’area «psic», e la depressione è in primo piano, colpendo quasi il doppio delle donne rispetto agli uomini. Con il passare dell’età, avanzano purtroppo demenze e malattia di Alzheimer. E l’età per le donne avanza eccome, considerato che sono decisamente più longeve degli uomini. In alcune nazioni, come la Lituania, la differenza con gli uomini è di circa 12 anni in più.

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Regionali 2010: le donne in lista Print
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Domenica 28 e lunedì 29 marzo 2010 si eleggeranno le/i presidenti e le/i consigliere/i di tredici regioni italiane (Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria  e Veneto). Arcidonna ha analizzato i dati disponibili circa le liste dei due principali schieramenti. Le donne presenti nelle liste del PD delle 13 regioni al voto sono circa il 38%, mentre nel PDL sono circa il 23%. Nulla di nuovo si direbbe. Perché i partiti dell’area di centro sinistra hanno sempre avuto maggiore attenzione alla presenza delle donne nelle liste elettorali. Dal confronto con le elezioni europee del 2009 emerge infatti che, a livello di candidature, il centro-sinistra aveva schierato il 34,3% di donne nelle liste, un dato leggermente più basso dell’attuale; mentre il centro-destra registrava un dato migliore e cioè il 30,6% di donne in lista. Consulta i primi dati su Osservatorio di genere.

Per quanto riguarda i Presidenti di regione registriamo che su 58 candidati solo 9 sono donne (pari al 15,5%). Attualmente le donne presidenti di regione sono: Mercedes Bresso in Piemonte e Maria Rita Lorenzetti in Umbria (due su venti, appunto). Se saranno riconfermate, cosa che auspichiamo, potrebbero diventare tre se contemporaneamente nel Lazio venisse eletta  una delle due candidate donne (Emma Bonino o Renata Polverini). Noi tifiamo per Emma Bonino. Comunque sempre troppo poche!

 
5 x 1000 = ARCIDONNA Print
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Abbiamo bisogno di un'altra cultura. Print
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DOMENICA 16 MAGGIO MARCIA PER LA PACE PERUGIA-ASSISI
per dire NO a violenze, egoismi, indifferenza, razzismo, mafie, censure, paure, guerre che ci stanno rendendo la vita sempre più difficile. Abbiamo bisogno di un’altra cultura: quella della responsabilità, della giustizia, dei diritti umani, della legalità, della libertà, della solidarietà e della speranza. Per promuovere l’impegno dei giovani per la pace e i diritti umani, sviluppando i percorsi di educazione e di partecipazione attiva a partire dalle scuole e dalle associazioni della società civile responsabile; per costruire le città della pace e dei diritti umani, impegnandoci a promuovere tutti i diritti umani per tutti a partire dai luoghi in cui viviamo e a sviluppare l’impegno fattivo dei nostri Comuni, delle Province e delle Regioni; per crescere insieme ai “nuovi italiani”, valorizzando e sviluppando tutte le esperienze interculturali di incontro, accoglienza, dialogo e condivisione che esistono nelle nostre città, nelle nostre scuole, associazioni e comunità.
 
Ricerca: in Italia poche le donne, molto difficile anche la carriera Print
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Donne e Scienza: sempre più donne tra laureati e dottorati. ma restano lontane dalle posizioni di maggiore responsabilità.

È in leggero aumento la presenza femminile tra i laureati e dottori di ricerca italiani nei settori tecnico-scientifici: in settori quali matematica e informatica la percentuale di donne è passata dal 37% al 40%. Nell’area medico-farmaceutica sono donne due laureati/dottori di ricerca su tre.Nel complesso, in Italia, il 51,7% dei dottori di ricerca è donna, un dato superiore sia alla media Ue (44,2%), che alla media OCSE (43,2%). L’Italia si conferma però un Paese con poche ricercatrici donne: poco più di una ogni tre ricercatori (33%, in leggera crescita). Il dato tuttavia ci vede in linea con la situazione europea.
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Regionali 2010: in Campania le donne oltre il 23% Print
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 Il test elettorale “Campania” ha funzionato.
La legge elettorale che prevede la doppia preferenza di genere (se l’elettore esprime due preferenze, una delle due deve riguardare un candidato di genere maschile e l’altra un candidato di genere femminile della stessa lista, pena l’annullamento della seconda preferenza) ha dato i risultati sperati. Le donne elette al Consiglio Regionale in Campania sono infatti passate da due a quattordici su sessanta (dal 3,3 % al 23,3%). E’ quindi evidente che le buone norme antidiscriminatorie sono necessarie e funzionano. Ci auguriamo che il risultato ottenuto in Campania sia preso ad esempio in quelle regioni, in particolare al sud d’Italia, in cui poco o nulla è stato ancora fatto per una equilibrata rappresentanza di genere. La strada è oramai indicata con molta chiarezza, serve attuare concretamente quella  volontà politica che a parole tutti sbandierano da tempo.
 
Quote rosa: il buon esempio dalla Deutsche Telekom. ITALIA IN RITARDO. Print
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Promosse per legge o per meglio dire per statuto. E' quanto ha appena deciso Deutsche Telekom, che entro il 2015, avrà il 30% di posti di alta dirigenza occupati da donne. In cinque anni, quindi, le quote rosa del colosso tedesco delle tlc sono destinate più che a raddoppiare visto che attualmente solo il 30% delle donne occupa le posizioni più alte del gruppo a livello mondiale. Un controsenso, oltre che un'ingiustizia, come ammette indirettamente il Direttore del personale di Deutsche Telekom, Thomas Sattelberger: il top manager infatti ricorda che su 10 studenti che conseguono un master in Business Administration, 6 sono donne. "Avere un maggior numero di donne nel management ci consentirà di operare meglio", ha commentato da parte sua il numero uno di D.T. Renè Obermann, "è una questione di equità sociale e un'assoluta necessità."
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Occupazione femminile: Italia tra gli ultimi paesi OCSE. Con questo governo donne sempre più deboli. Print
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Peggio di noi solo Messico e Turchia. Gli ultimi dati pubblicati dall’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) parlano decisamente chiaro. Nel nostro Paese il tasso di occupazione, con questo governo è andato ancora più indietro. In Italia le donne, sempre di più devono scegliere tra lavoro retribuito e cura dei figli. Infatti, nessun investimento è stato fatto sul welfare. L'Italia spicca anche per tasso di natalità, che è tra i più bassi del mondo: 1,41 figli per donna contro i due di Francia, Islanda, Irlanda, Messico, Nuova Zelanda, Turchia e Stati Uniti.  Un quadro desolante che lascia poco spazio per "speranza e fiducia", parole invocate dal Presidente Napolitano ieri, in occasione della celebrazione della Giornata internazionale della donna al Quirinale.
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