Arcidonna si costituisce parte civile contro Berlusconi: "Quei reati ledono la dignità delle donne"
Palermo, 28/03/2011. Caso Ruby: Arcidonna si costituirà parte civile il 6 aprile a Milano nel procedimento penale contro Silvio Berlusconi. L’annuncio questa mattina a Palermo, nella sede nazionale dell’associazione. Presenti, accanto alla presidente di Arcidonna Valeria Ajovalasit, il pool di avvocati che sostiene l’azione giudiziaria: Nino Caleca, Roberto Mangano, Roberta Flaccovio e Marcello Montalbano. Fa parte del gruppo di legali anche Monica Gambirasio, presidente della Camera penale del foro milanese che depositerà in udienza l’atto giudiziario. Ci hanno studiato  e riflettuto per un mese, centinaia di mail di sostegno, poi hanno deciso. Ecco le ragioni: “Non potevamo non farlo poiché questo processo tocca tutte le corde della dignità delle donne e degli uomini italiani – ha detto Valeria Ajovalasit -.  

Le donne italiane sono cresciute e lo hanno dimostrato  il 13 febbraio quando un milione di persone ha  rigettato vecchi modelli culturali che portano indietro il Paese, a fronte di quante lavorano ogni giorno con competenza e intelligenza”. “E’ la prima volta – ha sottolineato l’avvocato civilista Roberta Flaccovio - che un’associazione si costituisce parte civile in un processo penale. C’è stata una chiara violazione dei diritti delle donne tutelate dall’articolo 3 dello Statuto di Arcidonna.” “Così come l’infortunio sul lavoro non coinvolge soltanto il singolo operaio – ha aggiunto l’avvocato Nino Caleca – ma anche il sindacato che combatte per la tutela e la sicurezza del posto di lavoro, così Arcidonna è direttamente e personalmente offesa da quelle illecite condotte stigmatizzate nei capi di imputazione elevati contro Berlusconi. Sarà un percorso a ostacoli, ma siamo fiduciosi che la nostra azione venga accettata. Saremo a Milano per rappresentare tutte le donne, anche quelle presenti al processo”. “E’ un atto che ogni coscienza sociale e civile impone – ha ribadito l’avvocato Roberto Mangano - e che ben si inserisce, sotto il profilo giuridico, in un sistema dove le associazioni hanno pieno ingresso”. “E la nostra, non certo per voglia di protagonismo,- chiude la Ajovalasit – ha la certezza di compiere  un atto dovuto alle donne italiane.”

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